Il Girabacchino / Brace and Bits

Il Girabacchino / Brace and Bits

English translation at the end of the article

Il girabacchino è l’antenato del moderno trapano elettrico. Veniva utilizzato per fare fori nel legno di diversa misura e profondità ed era un utensile assolutamente indispensabile nelle falegnamerie di un tempo, l’unico, assieme al trapano a mano, (di cui parleremo più avanti) in grado di poter effettuare l’operazione di foratura. Più di altri attrezzi però ha risentito del processo di modernizzazione che lo ha portato di fatto ad essere soppiantato dal trapano elettrico, sia esso dotato di filo o a batteria. E’ innegabile che per praticità e velocità di lavorazione il trapano elettrico sia la scelta preferibile ma trovo che il girabacchino abbia ancora una sua validità e funzionalità oltre a possedere un innegabile fascino vintage. Nelle mie lavorazioni, quando necessito di assoluta precisione, pulizia e controllo, il girabacchino trova ancora il suo spazio e lo preferisco di gran lunga ai moderni trapani elettrici, soprattutto quando devo praticare fori di una certa misura e profondità. Il girabacchino ha i suoi punti di forza nella silenziosità, nella precisione e di prescindere dall’energia elettrica. Un utensile sempre pronto all’uso che richiede solo di essere oliato di tanto in tanto. Il mio girabacchino non è di un marchio famoso ma per il suo acquisto posso consigliare tranquillamente una marca su tutte, la Stanley, cercando come al solito nel vastissimo mercato dell’usato di Ebay.co.uk. Una marca ricercata è la Miller Falls, ma il suo prezzo è considerevolmente superiore agli Stanley (che si trovano decisamente a buon mercato) e secondo me, per il lavoro al quale l’attrezzo è deputato, non è ragionevole spendere tanto.

Ratchet Brace

È meglio comunque cercare i modelli cosiddetti “ratchet brace” (ovvero dotati del sistema di snodo ratchet) con i manici in legno che non sono nè i primissimi modelli (fatti in legno o legno rinforzato con metallo), nè quelli moderni con i manici in plastica. Questo non perchè i primi modelli non funzionino, anzi, ma solo perchè avremmo in seguito difficoltà a reperire le punte che possano adattarsi. Per quanto riguarda i moderni girabacchini con inserti in plastica non li prediligo solo per una pura questione estetica. Il girabacchino, nella sua versione più comune, come quella che possiedo io,  misura circa 25 cm, ma ne esistono anche in commercio di più piccoli e di più grandi.

Pomello superiore in legno. E’ evidente il foro dove inserire l’olio per la lubrificazione.

Impugnatura in legno inserita nel corpo dell’utensile

In evidenza il sistema ratchet brace con il foro per la lubrificazione e la ghiera di blocco dalla quale si intravedono le ganasce

E’ costituito da un pomello rotante in legno, posto sulla testa dell’utensile, un manico, sempre rotante ed in legno, posto nella parte centrale, un corpo snodato in metallo, un meccanismo di trasferimento del movimento in metallo (ratchet) e la parte terminale sempre in metallo nella quale sono presenti delle ganasce nelle quali vengono inserite le punte e serrate mediante una ghiera di stringimento.

Particolare del sistema di chiusura a due ganasce.

Il girabacchino viene utilizzato con ambedue le mani ed il suo funzionamento è molto semplice ed intuitivo. Con una mano si impugna il pomello superiore e con l’altra mano il manico in legno posto nel corpo dell’utensile. Quindi con un movimento rotatorio in senso orario la punta affonda nel legno praticando il foro. In senso antiorario la punta si ritrae. Durante il movimento bisogna esercitare un pò di forza con le braccia e con le spalle aiutandosi anche con la tutta la parte superiore del corpo che spesso funge da appoggio all’azione dell’utensile. Con l’esperienza verrà comunque naturale controllare e bilanciare tutte queste forze. Come dicevo sopra la sua manutenzione è minimale. Bastano poche gocce di olio per meccanica da inserire negli appositi fori, uno posto sotto al pomello in legno ed uno vicino al meccanismo di trasferimento del movimento, per ottenere una lubrificazione ottimale (vedi foto sopra). Quando si pratica un foro nel legno bisogna prima considerare alcune cose. È buona norma usare sempre punte ben affilate, dritte e senza ruggine. I pomelli in legno devono girare senza alcun ostacolo e le punte devono essere inserite saldamente nelle ganasce.

La punta inserita nelle ganasce tenendo stretta la ghiera di stringimento.

Mantenendo ferma la ghiera di blocco posta sul meccanismo di chiusura e girando contemporaneamente il girabacchino mediante l’impugnatura centrale con un movimento antiorario le ganasce si allargano permettendo l’inserimento delle punte.

Le ganasce smontate. In questo particolare modello le ganasce sono due.

I più comuni girabacchini presentano due ganasce ( ma ne esistono anche a quattro) dall’aspetto simile alla bocca di un coccodrillo. La particolare dentatura di cui è fornita la ganascia permette il corretto serraggio delle punte che devono essere inserite fino in fondo alla gola delle ganasce stesse. Quindi l’inserimento della punta coinvolge ambedue le mani. Con la mano dominante si muove in senso antiorario il braccio del girabacchino e con l’altra mano si inserisce la punta nell’utensile. Una volta inserita si mantiene dritta in posizione invertendo il movimento del girabacchino che avverrà in senso orario così da permettere il serraggio della punta.

La punta va mantenuta il più possibile perpendicolare al pezzo, in questo caso serrato nella morsa.

L’operazione di foratura necessita di alcune semplici accortezze. Mantenere sempre perpendicolare l’attrezzo al pezzo da lavorare, così da prevenire una foratura fuori asse. La punta filettata (assimilabile ad una vite) permette di fare strada nella foratura così come farebbe una vite. Non appena i taglienti della spirale arrivano a contatto con il legno le pareti della punta stessa (anch’essi affilati) creano la circonferenza del foro che otterremo.

I taglienti e le ali man mano che penetrano nel legno lo recidono creando al contempo la circonferenza del foro.

Da adesso in avanti man mano che si progredisce nella foratura la spirale con i taglienti continuerà a recidere il legno con un movimento rotatorio (che quindi sarà sia lungovena che traverso vena) e le spirali successive, di cui è dotata la punta per tutta la sua lunghezza, provvederanno all’espulsione del legno tagliato.

La punta a vite che spunta dal lato opposto della foratura. A questo punto occorre girare il pezzo e forare dall’altro lato per prevenire strappi.

Non appena vedremo apparire la punta a vite dall’altra parte del pezzo che stiamo lavorando è opportuno (sempre che le condizioni lo permettano) girare il pezzo e continuare la foratura dall’altro lato inserendo la punta nel forellino praticato così da prevenire lo strappo delle fibre in uscita. Un’altro metodo per ovviare al problema è quello di porre sotto al pezzo che stiamo lavorando un pezzo di legno martire. Un discorso a parte meritano le punte. Quando acquistiamo un girabacchino dobbiamo valutare al contempo l’acquisto delle punte.

Alcune delle punte più comuni di varia misura

Queste sono acquistabili separatamente o in set (un set tradizionale di punte è composto da tredici pezzi).  Le punte per girabacchino, escludendo le più vecchie, sono molto particolari.

Particolare della punta a vite, dei taglienti e delle alette.

Presentano una punta a vite (difficilmente affilabile) che permette il primo inserimento nel legno facendo per così dire da battistrada per l’azione dei taglienti e delle spalle poste sulla prima spirale della punta. Questa spirale provvista di taglienti deve essere affilata così come lo devono essere le due alette laterali.

In evidenza il corpo fatto a spirale per l’espulsione del truciolo e il codolo di forma piramidale a quattro lati.

Il resto della punta è formato dalle altre spirali che permettono l’estromissione del legno e dalla parte terminale, il cosiddetto codolo ( vi sono in commercio punte con diversi tipi di codolo, il più comune che si addice al girabacchino a due ganasce è quello a sezione piramidale composto da quattro lati). Quando acquistiamo le punte è importante quindi valutare attentamente lo stato di affilatura della punta a vite, dei taglienti e delle alette. Come detto mentre per la punta a vite l’affilatura risulta improba, per i taglienti e le alette laterali si può e si deve procedere usando una piccola lima. L’importante è evitare di far diventare le punte non affilate, in quanto, oltre a lavorare male e non tagliare, sarà più laborioso procedere al ripristino dell’affilatura. Discorso questo che vale per tutti gli attrezzi manuali.

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Il procedimento di affilatura delle punte del girabacchino può apparire complesso ma nella pratica non lo è, risultando persino alquanto veloce. Poggiamo la punta sul banco leggermente inclinata e con la punta a vite rivolta verso di noi.

IMG_5649Con poche e leggere passate definiamo ambedue i taglienti già formati o ne creiamo uno nuovo cambiando leggermente l’inclinazione della lima, fin quando non sentiremo con le dita che si è formata la bava sul retro del tagliente.
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Affiliamo leggermente anche le alette, ma solo nella parte più vicina al tagliente. L’importante è non affilare il tagliente dalla parte sbagliata, pena il compromettere in modo pressochè irreversibile la funzionalità della punta e non stondare sull’esterno le alette, per non alterare il diametro della punta.

La punta inserita nel girabacchino. E’ possibile inserire anche le comuni punte da trapano con forma cilindrica ma con le dovute precauzioni.

Al girabacchino possiamo inserire anche altri tipi di punte con funzioni diverse come avvitatore, svasatore, ecc. Bisogna considerare però che questo tipo di punte moderne hanno una sezione cilindrica e quindi il loro serraggio non sarà ottimale. Ne consegue che bisognerà prestare particolare attenzione durante il loro utilizzo.

Un foro perfetto.

Il girabacchino è un utensile affascinante che non può mancare a chi, come me, ama la lavorazione manuale del legno.

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The brace is the forefather of modern drill. It was used to make holes in the wood varying in depth and size and it was an absolute essential tool, the only one together with the hand drill (who will talk about in a future post) able to make the drilling of the wood. But more than other tools has suffered the modernization process that replaced them with power drills. It’s true that power drills are faster and more handful but I find that brace still has its validity and functionality together with an undeniable vintage charm. In my works when I need precision, control and clean holes I reach for the brace preferring it to the modern drills mostly when I have to make bigger and deeper holes. Brace has its strenghts in silence, precision and not needing electric energy. An always ready tool only sometimes needing some oil to lubrificate. My brace isn’t of a famous brand but for a purchase I could suggest Stanley braces searching them on the large Ebay market. A famous brace maker was Miller Falls but they are a little expensive comparing to Stanleys and I don’t thing it worth to spend so much money. I also suggest to search for wooden handled ratchet braces but not the oldest (made of wood or wood and metal) nor the modern ones (many with plastic handles), the first because it’s difficult to find the bits and the modern braces because I like vintage.I own a very common 25 cm. long brace but does exist smaller and larger braces. The brace has a wooden handle on the top (the Pad), a metal frame, another wooden handle (the Sweep handle), a metal mechanism where you can insert the bits (the Chuck) and the Jaws, that keep close and tight the bits. The brace is used with both hands and it’s very simple to use. With the dominant hand you keep the sweep handle and with the other hand the pad. Further with a circular clockwise motion the bit deepen in the wood making the hole. Counterclock motion retract the bit from the wood. During the drilling the upper body, hands and shoulders are engaged, putting some strength and pressure. With a little practice everything will be simple. Maintaining the efficiency of the brace is simple as said above because you only have to put some drops of mechanics oil in the little holes near the pad and the ratchet. When you bore the wood you have to check that bits are straight, without rust and sharpened. The handles has to rotate free and the bits held securely in the jaws. With the chuck in one hand we rotate the brace to enlarge the jaws and put the bit. Keeping the bit straight we rotate the brace to close the jaws to stop the bit in the chuck. Usually the brace has two jaws but does exist braces with four jaws. The jaws have the aspect of a crocodile mouth and allow the bits to be put directly into the lock mechanism. Before drilling remember to maintain the brace and the bit perpendicular to avoid a skewed hole. The feed screw on the very top of the bit is similar to a wood screw advancing in the wood the first. Then the cutting spurs and the lips cut the wood in a circular motion (so it’s a cross and long grain cut) defining the perimeter of the hole. Proceeding I n the wood the spirals on the stem lift the waste wood. When the feed screw appears on the other side of the piece of wood it’s a good thing to rotate and to bore on the other side to prevent any break. Another method is to put a sacrificial piece of wood to substain the fibers. When you buy a brace you have to consider to buy some bits, the so called auger bits. You can buy them separately or in a set, usually formed of 13 bits. The brace bits are of a particular shape. There is a feed screw on the top (very difficult to sharp), two cutting spurs and cutting edges on the first spiral. On the stem of the bit there are spiral twists and at the end the shank and the tang. The tang can be of various shapes, my bits are four square tang suitable for my two jaws brace. We have to pay attention when buying the bits. The feed screw, the cutting edges and the spurs has to be in good condition even if we can re sharpen them (but not the feed screw) together with no rust and a straight stem as I said above. The important thing is to prevent a dull cutting edge because the bit won’t work well and it will take longer time to re sharpen them. But this simple advices are useful for any tool you own. The sharpening of the bits may seem complex but in practice it is not, resulting even quite fast. We place the bit slightly inclined in the bench top and with the screw point facing towards us. With few and light passes we define both the already formed cutting edges or we create a new one by slightly changing the inclination of the file, until we feel with the fingers that the burr has formed on the back of the cutting edge. We also sharpen the spurs slightly, but only in the part closest to the cutting edge. The important thing is not to sharpen the cutting edge on the wrong side, otherwise the functionality of the bit will be compromised almost irreversibly and the spurs not to be rounded on the outside, so as not to change the bit diameter. You can sharpen the cutting edges and the spurs with a simple little file. You can insert other types of bits in the brace such as screwdrivers bits, countersink bits, spur bits and so on but because of their modern round stem you have to be careful that they won’t grip as well as the dedicated bits. Working with the brace is really fascinating and if you love woodworking by hand you don’t have to miss such a beautiful and useful tool.

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2 risposte a Il Girabacchino / Brace and Bits

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