COME FARE UNA SCATOLA DI LEGNO. PRIMA PARTE.

Osservando i mobili della nostra casa noteremo che molti hanno una forma rettangolare. I pensili di cucina, gli armadi della camera da letto, i cassettoni, i comodini, la libreria e molto altro ancora.

Nella loro forma classica i mobili hanno quasi sempre una forma regolare, squadrata, assimilabile ad un parallelepipedo. Volendo semplificare, é come se fossero delle scatole più o meno grandi la cui struttura, la carcassa, é composta da pochi elementi che ne definiscono lo spazio al loro interno. Quindi, imparare a fare una semplice e piccola scatola in legno, può dirci molto sul come realizzare in seguito un mobile di grandi dimensioni, perché fondamentalmente una scatola altro non è che un piccolo mobile costituito da cinque o sei pezzi di legno assemblati tra di loro. Quattro pezzi formano i lati della scatola, un pezzo la base e un altro pezzo, opzionale, farà da coperchio. In un mobile questi pezzi si chiamano montanti, fondo o retro e anta, ma la sostanza non cambia. Per quanto riguarda la loro unione questa può essere fatta in vari modi: con chiodi, viti, incastri, colla, spine di legno, cerniere, ecc. Tecnicamente quindi potremmo fare una scatola anche solo inchiodando tra loro quattro pezzi di legno e una base ed il gioco è fatto. Ovvio poi che esistono migliaia di varianti sul tema. Potremo decidere, ad esempio, di inserire un coperchio, unire gli angoli con le code di rondine, aggiungere un cassetto, fare degli intarsi, inserire dei piedini, ecc. Detto questo mi rendo conto che il titolo di questo articolo è un po’ presuntuoso, in quanto non esiste un metodo universale per fare una scatola di legno ma centinaia di modi diversi e tutti validissimi. Io cercherò di spiegare il mio personale modo di fare una scatola di legno, partendo dalla sezionatura del legno grezzo fino al prodotto finito e tutto utilizzando solo pochi utensili manuali. Il post sarà diviso in due parti: in questa prima parte vedremo il taglio e la piallatura del legno grezzo, gli incastri a coda di rondine per la formazione della struttura, la sagomatura della scatola e l’incollaggio. Nella seconda parte vedremo la separazione del coperchio dal resto della scatola, la creazione di un vano segreto, la realizzazione dei piedini, l’inserimento delle cerniere e della serratura, l’applicazione di un rivestimento interno e la finitura. Tutte le foto sono state scattate durante la lavorazione della scatola, ad eccezione di qualcuna che ho comunque inserito per maggior chiarezza di esposizione. Per chi volesse comunque approfondire la conoscenza di taluni aspetti specifici inerenti le fasi della lavorazione, inserirò frequenti rimandi ad alcuni articoli del blog.

Preparazione del legno
Per prima cosa occorre procurarsi il legno. Acquistiamo il legno a seconda delle dimensioni finali della scatola, stimando sempre le misure in eccesso. Personalmente trovo fastidioso dover convivere con la paura che il legno non sia sufficiente. Per la scelta del legno potete leggere qualche consiglio in questo vecchio post. Le misure finali della scatola dovevano essere 25 cm. X 15 cm. X 8 cm. di altezza.

Avevo a disposizione un tavolone di legno di okumè con misure 100 cm. X 24 cm. X 3.5 cm. di spessore, quindi sufficiente a ricavare i quattro lati, la base ed il coperchio. Il tavolone presentava su un lato una verniciatura verde ed erano stati sparati nel legno anche numerosi punti metallici. Per prima cosa ho rimosso i punti con un leverino e poi ho sgrossato con lo sbozzino la faccia verniciata. La tavola era di spessore troppo generoso per essere utilizzata così com’era per una scatola, perciò ho deciso di dividerla a metà (c.d. cartellatura o sfettatura), utilizzando una sega per tagli lungovena a 4 1/2 TPI.

Essendo una tavola larga più di venti centimetri, lunga cento centimetri e soprattutto avendo a che fare con un legno molto duro, l’operazione è stata lunga e faticosa, impegnando diverse sessioni di lavoro, intervallate da frequenti pause; insomma, una faticaccia di 2 ore. Con un truschino ho tracciato la metà dello spessore e poi ho segato direttamente sulla traccia, girando molte volte il pezzo, così da lavorare alternativamente da ambo i lati per aiutarmi a mantenere il taglio dritto. Il legno duro e pastoso mi ha costretto a lubrificare spesso la lama della sega. Per questo tipo di operazione scegliete sempre una sega rip (per tagli lungovena) con un numero basso di TPI (denti per pollice), almeno sotto i 5 TPI. L’alternativa è dotarsi di una buona sega a nastro. Per altri approfondimenti sul taglio dello spessore di una tavola potete leggere qui.

Alla fine ho ottenuto due tavole speculari, con uno spessore di circa 1,6 cm., perfetto per le mie necessità.
Per fare la scatola bastava una sola sezione delle due ricavate, quindi ho scartato una delle tavole, riservandola per un lavoro futuro. La tavola prescelta è stata invece a sua volta segata per lungo in due parti, ricavando una sezione più stretta di 9 cm. ed una più larga di 17 cm.

La parte più stretta è stata poi piallata su ambo i lati e successivamente segata in quattro sezioni che avrebbero a loro volta formato i laterali della scatola. É sempre meglio procedere per gradi, senza fretta di voler finire il lavoro e controllare più volte le misure prese prima di segare. Nel mio caso, dapprima ho ricavato i quattro lati, poi li ho assemblati e solo dopo, con la struttura formata, ho preso le misure precise per poi segare il pezzo più largo (quello da 17 cm.) in modo da ricavare il fondo ed il coperchio della scatola (lo vedremo più avanti).

Ricavati i quattro laterali, ho verificato la perpendicolarità dei lati e che le coppie di laterali fossero della stessa identica misura. Per fare questo mi sono aiutato con la shooting board (vedi qui per la sua costruzione ed utilizzo) per i piccoli aggiustamenti da fare sulle teste dei pezzi. Le misure finali dei laterali sono risultate essere di 15 cm. e 20 cm. Anche in questa fase é importante essere precisi. Se infatti i pezzi non fossero perfettamente squadrati e della stessa misura la scatola risulterebbe inesorabilmente storta.

Gli incastri
Il tipo di incastro che ho scelto per unire i quattro pezzi che formano la struttura della scatola é quello a coda di rondine. È un classico della falegnameria, bello a vedersi, robusto e molto usato nelle giunzioni delle carcasse dei vecchi mobili ma anche dei cassetti. Tra tutti gli incastri é però anche il più difficoltoso da realizzare. Con un po’ di pratica però saremo in grado di realizzare delle code di rondine quantomeno guardabili. Quante code realizzare e la loro grandezza è quasi sempre legato ai gusti personali. Solitamente però più il pezzo é grande e più code bisogna inserire.

Nel mio caso ho optato per due/tre code di rondine a circa due centimetri di distanza l’una dall’altra e un centimetro dai bordi. Come prima cosa ho avvicinato i pezzi cercando una continuità della venatura e l’omogeneità del colore, ove possibile. Se notassimo dei difetti del legno, non eliminabili, valutiamo la possibilità di rivolgere la parte fallata verso l’interno. Ho segnato con delle lettere l’esterno dei pezzi così da poterli riconoscere in fase di unione (A con A, B con B, ecc.). Quindi ho effettuato la tracciatura delle code a matita utilizzando una guida per code di rondine. Essendo un legno duro ho segnato l’inclinazione della coda a 1:8 e poi ricavato le code utilizzando una sega a 16 TPI della Veritas.

Una volta create le code, le ho trasferite sul secondo pezzo da unire ricavando gli alloggiamenti. Esistono due metodi per creare gli alloggiamenti per le code (e di conseguenza le code stesse). Il primo é con lo scalpello, metodo più lento ma molto preciso, il secondo con la sega ad archetto, più veloce ma impreciso, nel senso che richiede un maggior lavoro di rifinitura successiva. Li ho provati entrambi, ma rimango sempre a favore del primo.

Infine ho provato l’incastro. In questo caso era troppo stretto (come quasi sempre mi capita) e quindi sono intervenuto sulle code e negli alloggiamenti cercando di rimuovere legno laddove c’era maggiore attrito. Un buon incastro non dovrebbe essere né troppo stretto né troppo lasco, e comunque bisognerebbe sempre lasciare un minimo di spazio per la colla. Realizzati tutti e quattro gli incastri ho fatto una prova a secco (senza colla) unendo tutti i pezzi e verificato che le misure diagonali dell’ interno della scatola fossero identiche. Fortunatamente è andata bene. Ci sarebbe molto altro da aggiungere sull’esecuzione delle code di rondine ma è un argomento troppo lungo da trattare qui. Per tutti gli approfondimenti vi rimando ai seguenti link.

code di rondine con seghetto

code di rondine con scalpello

Sagomatura dei laterali
Volevo donare alla scatola una forma leggermente stondata. Per fare questo ho creato una sagoma su un foglio di carta, della stessa larghezza dei pezzi, che avesse una leggera curvatura alla sua estremità (facilmente realizzabile con un compasso).

Ho riportato a matita la forma della sagoma sulle estremità di ogni pezzo e segnato una traccia di profondità sul loro spessore di circa mezzo centimetro. Quindi ho inserito i pezzi nella morsa e con una pialla a suola piccola, tipo n. 4 o n. 3, ho piallato fino alle tracce segnate.


Incollaggio dei laterali
La fase di incollaggio è un punto di non ritorno. Ho inserito colla vinilica negli incastri di tutti i pezzi, senza eccedere nella quantità, poiché i pezzi sono piccoli e l’incastro già sufficientemente robusto.

Ho unito i vari pezzi, con l’aiuto di un martello con la testa in gomma e poi stretto con dei morsetti. Resistiamo alla tentazione di stringere troppo forte i morsetti, per non segnare il legno. Rimuoviamo le eventuali colature con della carta o dei trucioli e lasciamo agire la colla per qualche ora. Per avere maggiori informazioni sulle colle e gli incollaggi cliccate qui.


Rifinitura
Una volta rimossi i morsetti, ho eliminato con la sega e gli scalpelli gli angoli degli incastri (rimasti sporgenti in quanto i pezzi erano stati precedentemente sagomati) e piallato in prossimità degli incastri per renderli perfettamente livellati rispetto al resto della superficie.

Ove possibile, pialliamo dall’esterno verso l’interno, facendo comunque attenzione a non scheggiare il legno. Infine, ho piallato i bordi superiore ed inferiore della scatola rimuovendo i piccoli scalini presenti in prossimità degli incastri. Tutte queste operazioni di piallatura sono fondamentali, sia per ragioni estetiche che per ragioni funzionali. Se non livellassimo i bordi della scatola, infatti, la base ed il coperchio non potrebbero poggiare uniformemente ed il loro incollaggio sarebbe problematico.


Preparazione ed incollaggio della base e del coperchio
Dalla prima sezionatura del legno era avanzato un pezzo dal quale ricavare la base ed il coperchio. I due elementi hanno le stesse misure, quindi è bastato appoggiare la scatola sul pezzo e tracciare a matita la sagoma esterna. Ho segato i pezzi lasciandomi qualche millimetro in più per eventuali aggiustamenti. La base e il coperchio non sono semplicemente appoggiati ed incollati. Ho voluto creare una scanalatura perimetrale così da poterli incastrare nella struttura. Questo per un duplice motivo: dare rigidità alla scatola ma soprattutto donargli un aspetto meno “tozzo”.

Per fare la scanalatura ho riportato sui due pezzi il perimetro interno della scatola e previsto una profondità della scanalatura di un centimetro circa. Ho tracciato tale profondità sullo spessore dei pezzi e rimosso la parte eccedente segando da ambo le parti e poi rifinendo con una sponderuola Stanley 93, insostituibile per questo tipo di lavori (vedi qui una sua descrizione).

Una volta terminato il lavoro ho applicato la colla vinilica sia sulla scanalatura che sui bordi della scatola e morsettato il tutto, sempre con le accortezze viste sopra. Per informazioni sui morsetti cliccate qui

Il risultato è stato una scatola grezza, con base e superiore sporgenti, ma soprattutto una scatola ancora chiusa.

Nella seconda parte, tra qualche giorno, vedremo il resto della lavorazione della nostra scatola.
A presto.

LA SECONDA PARTE E’ DISPONIBILE SOTTO.

Una replica a “Come fare una scatola di legno. Prima parte.”

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