L’affilatura a mano libera è una pratica che si impara con un pò di esperienza. Mi rendo conto che all’inizio possa rimanere difficoltosa e probabilmente lo è, ma lo reputo un traguardo da raggiungere rispetto all’affilatura con la guida. Seppure per prendere la mano, soprattutto con le angolazioni della lama, sia preferibile almeno agli inizi impiegare delle guide che consentano di mantenere la lama costantemente all’angolo impostato durante tutto il movimento di affilatura, alla lunga si sentirà la necessità di velocizzare il procedimento e quindi abbandonarle per affidarsi all’affilatura a mano libera.

La procedura di affilatura che uso io è la stessa da tanti anni ed è mutuata dal falegname britannico Paul Sellers. Una volta impratichitisi, vedremo che per affilare a mano libera una lama di una pialla o di uno scalpello si impiegherà meno di cinque minuti.

Il mio recente problema alla vista mi ha forzatamente allontanato dalla falegnameria attiva ma mi ha concesso del tempo libero per poter scrivere i miei due volumi sulla falegnameria manuale che trovate a questo link IL LEGNO E LA SUA LAVORAZIONE MANUALE.

Con molta difficoltà sto cercando di rimettermi in carreggiata ed ho provato a riprendere la mano con l’affilatura, ripristinando il tagliente alla lama di questa pialla Record n. 4 stile Bailey.

Come si può vedere dalla foto la lama era stata affilata precedentemente con l’ausilio della guida. Era stato fatto un bevel primario di 25 gradi e poi un microbevel secondario di 30 gradi che, a seguito delle successive affilature, era diventato troppo grande e storto. Per rimediare al problema, comune quando si affila con le guide, ho ripristinato completamente il bisello a mano.

Come prima cosa ho verificato con una squadretta che il tagliente fosse perfettamente ortogonale alla lama stessa. Se non lo fosse, bisognerebbe ripristinarlo ricorrendo alla mola. E’ importante ricordarsi che se il tagliente è storto sarà molto difficoltoso allineare con la leva di regolazione laterale il tagliente stesso alla bocca della pialla, rendendo la stessa pialla quasi inservibile.

Di seguito ho verificato con il calibro l’attuale angolo di affilatura del bisello. Ero abbastanza sicuro che fosse a 30 gradi ma ho preferito controllare.

Ho riportato l’angolazione di 30 gradi del calibro sulla falsa squadra.

Appoggiando la falsa squadra sulla pietra e accostando la lama da affilare è possibile prendere confidenza con l’angolazione con la quale dovremo iniziare il movimento di affilatura..

Possiamo verificare la corretta inclinazione della lama rispetto alla falsa squadra anche mettendo un inclinometro digitale sulla lama e vicino al tagliente.

Possiamo rimuovere la falsa squadra e mantenete l’inclinometro sulla lama per essere sicuri di essere nella giusta posizione di partenza, a 30 gradi.

Tutti i passaggi che abbiamo visto fino ad ora sono utili se dobbiamo prendere confidenza con l’angolo di affilatura a 30 gradi. Una volta acquisita una certa familiarità, sarà una sorta di memoria fisica a dirci se ci siamo posti alla corretta angolazione di 30 gradi. Sarà comunque sufficiente poggiare il bisello sulla pietra in modo tale che lo stesso poggi perfettamente sul supporto stesso.

Essendo il bisello abbastanza mal ridotto, ho preferito iniziare l’affilatura da una pietra diamantata a grana 80 ma avrei potuto iniziare anche da una grana 250. Vaporizziamo un pò di spray detergente per vetri sulla pietra diamantata. Una volta trovata la posizione iniziale di 30 gradi, e assicuratici che il bisello poggi interamente sulla pietra, poniamoci in una posizione leggermente obliqua rispetto alla pietra. Questo permetterà di sfruttare in modo più efficace tutta la superficie della pietra.

Poniamo le dita delle mani come in foto e sempre vicino al tagliente. Cerchiamo di fare una buona pressione sul bisello e manteniamolo ben adeso alla superficie. Con un movimento in avanti il bisello scivolerà sulla pietra abbassandosi leggermente portandosi dall’inclinazione iniziale di 30 gradi a quella finale di 25 gradi. Questo avverrà naturalmente, allontanando le braccia dal corpo nel movimento di spinta. Nel movimento di ritorno, l’inclinazione passerà dai 25 gradi ai 30 gradi inziali e così via per tutti i movimenti di affilatura avanti e indietro.

Quello che otterremo sarà un unico bisello, dalla forma leggermente convessa, che varierà da una gradazione vicino al tagliente di 30 gradi, per poi scendere gradualmente ad un angolo di 25 gradi. Nella pratica, affilando sempre in questo modo, non ci sarà più bisogno di preoccuparsi di creare un bisello primario a 25 gradi e poi uno secondario a 30 gradi, in quanto il bisello ottenuto li ricomprenderà ambedue. Questo significa maggiore rapidità non solo nell’affilatura ma anche nella ripresa del tagliente stesso. In quest’ultimo caso infatti, se avessimo affilato con la guida, la ripresa del tagliente sarebbe stata più complessa in quanto avremmo dovuto riprendere la medesima gradazione di affilatura, reimpostando la guida alla stessa angolazione della precedente affilatura e questo non è sempre agevole da fare.

Come si vede nella foto, sono bastate poche passate sulla pietra a grana 80 per rimuovere la disomogeneità del tagliente e ripristinare il bisello in una curvatura convessa che varia da 30 a 25 gradi. Ovviamente il bisello si presenta con grossi solchi che andranno rimossi con le pietre successive. Già in questa fase, sul retro del bisello ovvero sul dorso della lama, si potrà sentire una leggera consistenza, un ricciolo che altro non è che la ripiegatura dell’acciaio della lama sul dorso della stessa. Questo è il traguardo da raggiungere per poter poi passare alle pietre successive.

Da adesso in poi l’obiettivo è quello di rimuovere sulle pietre via via più fini i segni lasciati sul bisello dalle pietre precedenti. Generalmente bastano poche passate su ogni pietra. Nel mio caso, dopo la grana 80, sono passato alle grane 240, 600, 1200 e 3000. Ricordiamoci di bagnare sempre un pò le pietre prima dell’uso ed asciugarle alla fine per evitare la formazione di ruggine. Per anni ho utilizzato tre pietre diamantate, grana 250, 600 e 1200 della Eze Lap e solo da qualche tempo ho inserito anche delle pietre diamantate grana 80,250 e 3000 acquistate su TEMU, più sottili di spessore ma che devo dire al momento funzionano molto bene.

Già dopo la grana 250 è possibile ottenere un bisello uniforme ed affilato, ma ancora troppo solcato. I solchi sul bisello, se troppo accentuati, possono trasferirsi sul legno quando stiamo piallando.

Passando alle grane 600 e 1200 possiamo vedere come il bisello stia diventando sempre più lucido e comincino a staccarsi i filamenti di acciaio dal tagliente, il ricciolo (burr) di cui abbiamo parlato poco sopra. Questo è un buon segnale che stiamo procedendo bene e che abbiamo raggiunto il punto di contatto tra il bisello e il dorso della lama, andando a creare il tagliente.

L’ultima pietra diamantata che utilizzo è quella a grana 3000. Su questa pietra faccio anche un paio di passate a ritroso sul dorso per rimuovere il ricciolo formatosi. Ricordatevi di non rimuovere mai il ricciolo prima di essere arrivati in fondo al processo di affilatura sulle pietre.

Un particolare del filamento che si stacca dal tagliente.

L’affilatura vera e propria potrebbe dirsi finita sulle pietre ma di solito viene fatto un ulteriore passaggio, ovvero la lappatura o lucidatura del bisello. Questa può essere fatta su pietre ad acqua ancora più fini oppure, come faccio io, direttamente impiegando una pasta abrasiva. Su una tavoletta di multistrato ho incollato una striscia di cuoio (strop) caricata con una buona dose di pasta abrasiva. Cercando di mantenere il bisello ben adeso alla superficie, facciamo circa 30 passate sullo strop solo a ritroso, per evitare di impuntare il tagliente nel cuoio e poi un paio di passate finali sul dorso, vicino al tagliente.

Il bisello adesso è perfettamente affilato e lucidato a specchio.

Ponendo il tagliente a contatto del goniometro impostato a 25 gradi si può osservare come il bisello parta da un’angolazione di 30 gradi per poi staccarsi leggermente fino a 25 gradi.

L’affilatura a mano libera non è un’affilatura precisa. Se cerchiamo il bisello dritto e squadrato, l’angolazione precisa a 25 gradi e un bisello secondario perfettamente a 30 gradi allora questo tipo di affilatura non fa per voi e dovrete impiegare le guide. Ma se l’obiettivo è ottenere un’affilatura comunque ottima, da farsi velocemente così da non diventare una schiavitù o una pratica oziosa e tornare quanto prima a lavorare il legno allora questa è la soluzione per ognuno di voi.

Se volete approfondire molti aspetti dedicati all’affilatura potete leggere i seguenti post o acquistare i miei volumi, in particolare il volume 2, dove ho dedicato un intero capitolo all’affilatura non solo delle pialle ma anche degli scalpelli, delle seghe e di molti altri utensili manuali.

IL MIO LIBRO. IL LEGNO E LA SUA LAVORAZIONE MANUALE

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