TUTTI I MODI DI PIALLARE

Torno a scrivere sul blog dopo alcuni mesi di assenza. Purtroppo svariate problematiche fisiche mi costringono lontano dal mio laboratorio e ogni volta che ci metto piede mi rendo conto di quanto mi stia mancando.

Mi manca lo scivolare della pialla e l’odore dei trucioli, il rumore lento e costante dell’ incedere della sega nel legno con la segatura che cade leggera a terra, il ritmo del martello che batte sullo scalpello, insomma tutto.

Spero presto di riuscire a praticare di nuovo il mio hobby preferito. Nel frattempo provo a scrivere qualcosa.

Mi sono interrogato spesso sulla pialle e sui vari metodi di piallatura. Ne ho parlato a lungo nei miei vecchi post, trattando della piallatura lungo vena, traverso vena, di testa, di costa. Ma esiste un modo di piallare universale? Ovvero un modo per riuscire a piallare qualsiasi tipo di legno, usando la medesima pialla a prescindere se si stia piallando lungo vena, traverso vena ecc.?

Ebbene in linea di massima la risposta è no e la spiegazione è semplice. In natura esistono moltissime tipologie di legno, ognuna con caratteristiche diverse. Legni duri, legni morbidi, con venature regolari, irregolari, con nodi, fessurazioni, ecc. E ogni legno a proprio modo reagisce diversamente al passaggio della lama della pialla. Ma non è un no categorico e l’esperienza me lo ha insegnato poco per volta.

Nella storia della falegnameria amanuense sono stati inventati svariati modelli di pialla, dapprima in legno e successivamente in metallo, che potessero adattarsi alle varie caratteristiche del legno.

Le pialle in legno donano la miglior finitura possibile, a patto che si riesca a settarle a dovere e utilizzarle correttamente. Lo scivolamento della suola in legno sul legno da lavorare regala una finitura migliore e dona all’utilizzatore delle sensazioni nel piallare non apprezzabili con le pialle in metallo. Inoltre sono leggere, almeno quelle più semplici.

Le pialle in metallo sono più moderne, più precise da settare e al primo impatto intimoriscono di meno. Ma sono più pesanti, costano di più e il loro settaggio, specialmente su alcuni modelli, molte volte non è così intuitivo. La finitura non è all’altezza di quella ottenuta con le pialle in legno e le lunghe sessioni di piallatura con pialle di grosse dimensioni possono stancare notevolmente.

La piallatura che reputo di gran lunga più piacevole è quella lungo vena. E’ la più facile da fare, a patto di avere fibre del legno dritte e regolari. Avere per le mani un legno “docile”, come potrebbe essere il legno di pino, facilita ancora di più il compito.

Anche la piallatura di costa può essere appagante ma è sempre in agguato il problema del fuori squadro. Piallare una costa perpendicolare alla faccia della tavola può talvolta essere difficoltoso. Occorre mantenere la pialla ben adesa al pezzo e perpendicolare e controllare spesso con una squadretta.

La piallatura traverso vena e quella di testa sono le più ostili e quindi meno appaganti ma vanno considerate come un passaggio obbligato. Piallare di traverso rispetto alla direzione delle fibre del legno è impresa impegnativa quando si ha a che fare con legni difficili, difettosi e con cambi repentini di direzione della venatura.

La piallatura di testa si può effettuare con pialletti di piccole dimensioni ma anche con pialle di suola di media lunghezza. Spesso risulta difficile ottenere una testa del legno perfettamente perpendicolare alla costa. Per tale motivo può essere utile impiegare una shooting board.

Esistono molti strumenti che vengono in nostro soccorso in fase di piallatura. La squadra combinata, la squadretta, la shooting board, le winding sticks, il truschino e altri ancora. Tutti utensili impiegati nei laboratori di falegnameria da centinaia di anni e che fanno ancora da corredo a qualsiasi operazione di piallatura a mano.

L’industria moderna, specialmente nel secolo scorso, ha creato moltissimi modelli di pialle in metallo. Pialle da sgrossatura, da finitura, sponderuole, incorsatoi, vastringhe, pialletti, router plane, ecc. Alcuni esemplari risultano oggettivamente ridondanti e di scarso utilizzo. Altri invece, seppur replicando quanto di buono è stato fatto con le pialle in legno, hanno semplificato di parecchio alcune lavorazioni di piallatura manuale.

La storia delle pialle a mano è sempre stata appannaggio delle pialle in legno. Si trattava di pialle autoprodotte dagli stessi falegnami e solo negli ultimi tempi si erano affermate alcune case produttrici specializzate. Una menzione particolare meritano le moulding planes o bastoni, pialle con suole sagomate che creano modanature nel legno.

Con la rivoluzione industriale si sono affacciate sul mercato le pialle in metallo prodotte da marchi storici come Stanley e Record ed altri. Tramontati questi brand si sono affermati altri validi produttori come Veritas e Lie Nielsen che propongono oggi modelli validi a prezzi non proprio economici.

Il mio consiglio è sempre quello di dotarsi di pialle vintage, cercando su Ebay o acquistando presso qualche restauratore referenziato britannico come ad esempio Oldtools (che però attualmente pone alcune restrizioni sulle spedizioni in Europa) o Tooltique.

Prendere in considerazione l’acquisto di una pialla usata può sembrare un azzardo ma è forse il miglior modo per capirne il funzionamento e l’utilizzo perchè spesso implica la sua sistemazione e messa a punto. Le pialle vintage offrono una qualità migliore, sempre a patto di trovarle in buone condizioni, e ad un prezzo sicuramente accessibile anche se la Brexit non ha aiutato gli acquisti di questi utensili dall’oltremanica.

E quindi, tornando alla mia domanda iniziale, posso dire che dotarsi di un vasto parco pialle non serve, almeno all’inizio, e che con una sola pialla, una Stanley n. 4 ben settata, si può fare praticamente ogni tipo di piallatura, lungo vena, traverso vena, di costa e di testa.

La pialla utilizzata è sicuramente importante ma fondamentale è la sua affilatura e il modo come questa viene utilizzata. Un mix equilibrato di tutti questi elementi ci permette di ottenere una piallatura soddisfacente.

L’affilatura è l’argomento che in falegnameria viene più dibattuto in assoluto. Presto scriverò un articolo con alcune considerazioni personali. Per adesso basti sapere che qualsiasi metodo di affilatura è da considerarsi valido a patto che si affili spesso.

Altro argomento che divide da sempre gli amatori della falegnameria amanuense è se siano da preferirsi le pialle bevel up o le pialle bevel down. Francamente non ho potuto rilevare questa enorme differenza tra le due tipologie se non nella piallatura di testa ove sono preferibili le prime.

La tecnica di piallatura è altresì importante ma, al di là di quanto viene scritto sui manuali di falegnameria amanuense riguardo la postura, la posizione delle gambe, delle braccia ecc. è anzitutto fondamentale dotarsi di un banco robusto, di altezza adeguata alla nostra statura e di un’ottima morsa. Ognuno col tempo svilupperà la propria tecnica di piallatura a prescindere dai tanti tecnicismi indicati sui libri e in rete.

In questo articolo ho inserito alcuni link a dei vecchi articoli. Se vorrete approfondire ulteriormente vi rimando alle categorie di questo sito, in particolare alle sezioni affilatura, utensili manuali e tecniche di lavorazione.

Per adesso mi fermo qua. Spero di tornare a scrivere presto!

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